Martin Luther King

una data da ricordare

Il 28 agosto 2023 sono trascorsi 60 anni dal famoso Discorso di Washington, avvenuto appunto il 28 agosto 1963. Purtroppo non è stata data molta rilevanza all’anniversario, a parte un documentario di prammatica su Rai Storia, che però non ha un audience così vasto.
Quindi ho fatto qualche ricerca perché ero interessata alla figura di King e al suo operato. Tanto per cominciare era un pastore battista, mentre nell’immaginario collettivo della gente comune era un “laico” e questa sua appartenenza alla chiesa battista va divulgata perché fondante degli sviluppi successivi. Già il padre era pastore e Martin ne diviene assistente a 18 anni, nel 1947, presso la Ebenezer Church di Atlanta, Georgia.
In seguito frequenta varie facoltà di Teologia piuttosto prestigiose, tra cui il Morehouse College di Atlanta, il Crozer Seminary in Pennsylvania fino ad un dottorato a Boston, che consegue nel 1955, l’anno dopo essere stato insediato come pastore alla Dexter Avenue Church di Montgomery, Alabama. E sarà proprio a Montgomery che King inizierà la sua attività di leader carismatico del movimento per i diritti dei neri, in seguito all’arresto di Rosa Parks. Questa signora venne infatti arrestata nel dicembre 1955 per non aver ceduto il posto a sedere sull’autobus ad un bianco. Subito partì il boicottaggio e i neri non presero più l’autobus, con ingenti danni finanziari, tanto che dopo 10 giorni la compagnia tolse il servizio. A gennaio King venne arrestato e nello stesso mese venne fatta esplodere una bomba sotto il portico della sua casa, dove risiedeva anche la moglie e la figlia neonata Jolanda. La questione risalì fino alla Corte suprema che confermò l’anticostituzionalità della segregazione razziale sugli autobus, già affermata dalla Corte distrettuale. A dicembre 1956, quindi un anno dopo l’inizio della mobilitazione, gli autobus sono desegregati e King è tra i primi a salirci. Però qualche giorno dopo una nuova bomba viene trovata inesplosa sempre sotto il portico.
Questo per dare un’idea della vita che fu costretto a sopportare insieme alla sua famiglia. Per avere un minimo di conoscenza del suo pensiero possiamo tracciare quattro linee programmatiche:

  • Esiste un PUNTO LIMITE DI SOPPORTAZIONE dei soprusi
  • METODO NON VIOLENTO
  • FEDE
  • Identificazione con gli IDEALI dell’IDENTITA’ AMERICANA (LIBERTA’ e DEMOCRAZIA)

Seguiranno altre mobilitazioni e marce, come quella famosa da Selma a Montgomery, intervallate da viaggi importanti come quello in India per conoscere le tecniche non-violente gandhiane. Incontrò anche J.F.Kennedy nel 1960. Un altro importante ottenimento fu l’ammissione del primo studente afro-americano all’Università del Mississippi nel 1962, scortato da guardie federali. Infine King prese anche il Nobel nel 1964. Ma il movimento evidentemente stava diventando troppo ingombrante, specialmente quando King decise di trasferirsi a Chicago e iniziare una campagna contro la povertà, così eclatante nel ghetto nero in contrasto con i notevoli proventi dei quartieri alti. Nel frattempo iniziano ad essere uccisi i leaders dei vari movimenti, nel ’63 a novembre J.F. Kennedy, nel ’65 a febbraio Malcolm X e infine nel ’68, il 4 aprile, King stesso, per concludere con Robert Kennedy, il 6 giugno. Un’ecatombe. Sembra che tutto sia messo a tacere, che tutti i tentativi, democratici o meno, siano repressi e finiscano nel nulla. Eppure King aveva partecipato alla rivolta dei netturbini a Memphis pochi giorni prima di morire e il giorno prima aveva predicato con il sermone “I have been on the Mountaintop”, (Sono stato in vetta alla montagna) veramente profetico. Cosa ci lascia? Io direi il testimone di proseguire dove ha lasciato lui, con l’ultimo libro del ’67, “Where Do We Go from Here?” (Dove Andiamo da Qui?).

Certo il compito è arduo e non privo di rischi (pensiamo al sindacalista Sacko Soumaila, originario del Mali e ucciso a Rosarno il 2 giugno 2018), ma bisogna provarci.

Francesca Marini

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